A  fine Aprile, a Torre di Mosto, i sambuchi iniziano a fiorire.

Da quel momento comincio a raccogliere i bianchi fiori giunti al punto di disperdere il polline al semplice tocco di una mano.

Li raccolgo in un sacchetto di plastica (orrore!) alimentare e li porto a casa, in cucina.

 

Ricetta

Metto una dozzina di fiori di sambuco sul fondo di un’acetaia di vetro da 10 litri. I fiori li stacco in modo da eliminare gli assi fiorali verdi più grandi e più spessi.

Aggiungo:

  • 1 kg di zucchero,
  • quattro fichi secchi tagliati in quattro,
  • due dozzine di chicchi di uva sultanina,
  • due limoni, separando la buccia dalla polpa; la buccia la taglio a elica e la polpa la taglio a fettine,
  • 9 litri di acqua.
Lascio riposare due, tre, quattro o più giorni a seconda della temperatura ambientale.
Quando premo con un mestolo di legno la massa che galleggia in superficie e noto che una spuma abbondante sale a ricoprire la superficie del preparato, allora il fermentato è pronto per essere imbottigliato.

Riempio le bottiglie fino alla base del collo, aggiungo uno stelo di un’erba aromatica a scelta e due o tre chicchi di uva sultanina. Lascio riposare per alcuni giorni in attesa che riparta la fermentazione (seconda fermentazione), aprendo il tappo per controllare la pressione.

Quando la fermentazione è ripartita (i tappi saltano con un piccolo botto) metto le bottiglie in frigo e dopo 15 gg circa si può cominciare a bere lo spumante di fiori di sambuco. 

In frigo, lo spumante potrebbe durare anche per più di un anno (mai successo! Sempre finito prima).