Hügelkultur nella progettazione permaculturale

Contesto del corso

Progettazione in Permacultura e Sistemi Agroecologici
Destinatari: studenti universitari di agraria, scienze ambientali, ecologia e progettazione del paesaggio.

Obiettivi di apprendimento

Al termine della lezione gli studenti saranno in grado di:
  • Definire che cosa sia una Hügelkultur e spiegarne le origini.

  • Comprendere i principi ecologici che la sostengono (decomposizione del legno, rete trofica del suolo, ciclo dell’acqua e cicli degli elementi nutritivi nelle Hugelkultur).

  • Analizzare le funzioni e i benefici dell’Hügelkultur in un sistema di permacultura.

  • Valutare criticamente limiti, rischi e idoneità sito-specifica.

  • Progettare un letto di Hügelkultur di base adattato alle condizioni locali e alle zone della permacultura.

Struttura della lezione

 Introduzione

  • Presentare un diagramma di un letto di Hügelkultur.

  • Nota storica: tradizione tedesco/austriaca di utilizzo del legno in decomposizione in cumuli rialzati → adottata nella permacultura (diffusa da Sepp Holzer, poi Paul Wheaton, Geoff Lawton).


Parte 1 – Principi ecologici

  • Decomposizione del materiale legnoso:

    • Rilascio lento di nutrienti (C, N, P, microelementi).

    • Dominanza fungina → associazioni micorriziche.

  • Arricchimento della rete trofica del suolo: habitat per decompositori e organismi utili.

  • Funzione idrologica:

    • I tronchi agiscono come spugne, immagazzinando acqua piovana e la rilasciando lentamente.

    • Riduzione del fabbisogno irriguo.

  • Creazione di microclimi: cumulo rialzato → gradienti di esposizione, temperatura, protezione dal vento.


 

Parte 2 – Funzioni nel design in permacultura

  • Costruzione della fertilità del suolo: riciclo di biomassa che altrimenti sarebbe scarto.

  • Gestione dell’acqua: strategie per zone aride e gestione idrica in keyline.

  • Diversità & stratificazione: più nicchie (lato soleggiato vs lato ombreggiato; radici profonde vs superficiali).

  • Resilienza: fertilità a lungo termine senza input esterni.

  • Integrazione con le zone di permacultura: di solito in Zona 2 o 3 (orti annuali e perenni).


 

Parte 3 – Progettazione e costruzione

  • Scelta del sito: pendenze vs pianura; evitare suoli costantemente umidi.

  • Materiali:

    • Strato inferiore: tronchi in decomposizione, rami grossi.

    • Strato intermedio: rametti, residui, letame, compost.

    • Strato superiore: terra di copertura, pacciamatura.

  • Passaggi costruttivi:

    • Disporre i tronchi a strati alternati perpendicolari.

    • Scavare una trincea lateralmente da cui ricavare il terreno da aggiungere tra strato e strato di legno.

    • Aggiungere insieme al terreno, se si vuole, residui organici e compost o letame.

    • Coprire l’ultimo strato di legno con terra e pacciamare l’ultimo strato, se con paglia, almeno 15 – 25 cm.

Strategia di impianto:

  • Lato soleggiato: annuali eliofile.

  • Lato ombreggiato: colture tolleranti l’ombra.

  • Sommità: specie resistenti alla siccità e al freddo locale.

  • Esempio: pomodori + fagioli + lattuga + erbe aromatiche.

 

Parte 4 – Valutazione critica

  • Vantaggi:

    • Aumento della sostanza organica.

    • Aumento della ritenzione idrica.

    • Aumento della biodiversità.

    • Fertilità a lungo termine (5–20 anni).

    • Riduzione degli scarti organici.

  • Sfide e rischi:

    • Immobilizzazione dell’azoto (se legno fresco).

    • Habitat per roditori o insetti (talpe, arvicole, termiti in certi climi).

    • Non adatto in aree aride estreme (essiccamento rapido).

    • Lavoro iniziale intenso.

  • Confronto con altre tecniche di permacultura:

    • Letti rialzati, 

    • swales, 

    • biochar.

 

Parte 5 – Attività interattiva

Attività di gruppo:
Dividere gli studenti in gruppi di 4–5. Ogni gruppo deve:

  • Progettare un letto di Hügelkultur per uno scenario specifico:

    • Giardino urbano

    • Azienda agricola in zona temperato-secca

    • Azienda agricola in zona temperato-umida

  • Identificare: collocazione, mix di specie, rischi potenziali.

  • Presentare le idee in 5 minuti per gruppo.


 

Conclusione

  • Sintesi dei principi di permacultura coinvolti:

    • Usare e valorizzare le risorse rinnovabili (legno e terreno).

    • Produrre senza sprechi.

    • Usare energia, acqua e nutrienti presenti nel legno.

    • Progettare dal modello al dettaglio.

  • Domande e discussione finale.


 

Letture consigliate

  • Mollison, B. (1988). Permaculture: A Designer’s Manual. Tagari.

  • Holmgren, D. (2002). Permaculture: Principles and Pathways Beyond Sustainability. Holmgren Design.

  • Holzer, S. (2011). La permacultura di Sepp Holzer: guida pratica per un’agricoltura integrata e su piccola scala. Chelsea Green.

  • Pauli, G. (2010). The Blue Economy. Paradigm Publications (capitolo sulla decomposizione e il suolo).

  • Sölter, U., et al. (2021). “Woody amendments in soils: effects on carbon storage and microbial community dynamics.” Soil Biology & Biochemistry.


 

Materiali didattici

Diagrammi delle stratificazioni del cumulo.

Foto dalle aziende agricole.

Illustrazioni in sezione trasversale dei cicli dei nutrienti e dell’acqua.

Time-lapse della decomposizione nel tempo.

Ecco un time-lapse grafico della decomposizione del legno: nei primi anni la massa si riduce rapidamente, dopo circa 10–15 anni rimane solo una frazione, nel lungo termine la decomposizione si stabilizza intorno al 10%, che rappresenta la frazione umificata (humus stabile).

Hügelkultur: continuità storica tra tradizione tedesco-austriaca e permacultura contemporanea

Introduzione

La pratica dell’Hügelkultur (dal tedesco, “cultura del cumulo”) viene oggi spesso associata alla permacultura, ma le sue origini affondano nella tradizione agricola contadina delle regioni alpine e prealpine della Germania meridionale e dell’Austria. In tali aree, caratterizzate da suoli poco profondi, climi rigidi e abbondanza di biomassa legnosa, i contadini svilupparono sistemi ingegnosi per migliorare la fertilità e la resilienza delle colture, trasformando i residui forestali in risorsa agricola.
Questa dissertazione intende ricostruire i fondamenti storici, ecologici e culturali dell’Hügelkultur nella tradizione tedesco-austriaca, per poi analizzarne la risignificazione in chiave permaculturale contemporanea.


1. Contesto storico e socio-ambientale

Nelle Alpi e Prealpi centro-europee, le comunità rurali erano tradizionalmente impegnate sia nella gestione forestale sia nella coltivazione agricola. La disponibilità di abbondante legname, unita a suoli agricoli poveri e difficili da lavorare, portò allo sviluppo di tecniche di accumulo di biomassa legnosa ricoperta di terra per realizzare superfici coltivabili rialzate.
Fonti etnografiche descrivono come in Tirolo e Baviera le radici e ceppaie di abete e faggio venissero utilizzate come nucleo dei cumuli, ricoperti poi di letame bovino e terra, per la coltivazione di patate, cavoli e rape (Schwiening 1935; König 1957).

Questa pratica rispondeva a necessità multiple:

  • riciclare residui forestali, evitando sprechi;

  • aumentare la fertilità su suoli sottili e acidi;

  • creare microclimi favorevoli grazie alle diverse esposizioni dei cumuli;

  • gestire l’acqua, trattenendola dalle piogge intense  nel legno e rilasciandola gradualmente nei periodi secchi.


2. Fondamenti ecologici

La base ecologica dell’Hügelkultur si fonda su processi naturali di decomposizione:

  • i tronchi in decomposizione agiscono come serbatoi idrici (Kämpf 1993), riducendo la necessità di irrigazione;

  • il rilascio graduale di nutrienti (azoto, fosforo, microelementi) sostiene le colture per anni;

  • la predominanza fungina nella decomposizione legnosa favorisce micorrize e reti trofiche del suolo (Boddy & Watkinson 1995) adatte per piante perenni;

  • i gradienti termici e di umidità creati dai cumuli permettono una stratificazione colturale analoga a quella di un margine forestale.

In tal senso, l’Hügelkultur si inserisce in una visione agroecologica tradizionale, capace di trasformare vincoli ambientali in opportunità produttive.


3. Hügelkultur e sapere contadino

La pratica si diffuse soprattutto come sapere pratico tramandato oralmente, raramente codificato nei manuali di agronomia dell’Ottocento. Tuttavia, nelle zone montane di lingua tedesca, etnografi e studiosi di folklore agrario hanno riportato testimonianze di cumuli rialzati coltivati in orti e piccoli appezzamenti (König 1957; Bächtold-Stäubli 1962).

In Austria, la tradizione si mantenne viva in aree periferiche come il Lungau, dove la resilienza degli agroecosistemi montani era garantita dall’integrazione tra bosco, pascolo e orticoltura. Qui il cumulo rialzato assumeva anche una valenza culturale: simbolo di parsimonia e ingegno, espressione di un rapporto simbiotico tra comunità rurali e paesaggio forestale.


4. Riscoperta in permacultura

A partire dagli anni ’70, la permacultura recuperò e rielaborò questa pratica. In particolare, l’agricoltore austriaco Sepp Holzer diffuse l’Hügelkultur come elemento centrale del suo sistema agricolo alpino (Holzer 2011). Holzer dimostrò che:

  • i cumuli rialzati permettono di coltivare in zone a scarsa piovosità senza irrigazione;

  • migliorano la biodiversità agricola, creando habitat per insetti utili;

  • possono essere integrati su larga scala in sistemi agroforestali.

La permacultura contemporanea ha dunque trasformato l’Hügelkultur da tecnica marginale contadina a modello di design rigenerativo, coerente con i principi di Holmgren (2002): catturare e immagazzinare energia, produrre senza sprechi, integrare piuttosto che segregare, usare il margine.


5. Valore culturale e attualità

Oltre al valore agronomico ed ecologico, l’Hügelkultur incarna una filosofia del limite e del riciclo, tipica delle comunità montane. Il cumulo rappresenta un luogo di transizione: tra bosco e campo, tra suolo e decomposizione, tra passato e futuro.

Nell’attuale contesto di cambiamento climatico, l’Hügelkultur riemerge come strumento di resilienza:

  • riduce la dipendenza da input esterni;

  • valorizza materiali locali a basso costo;

  • aumenta la sostanza organica e la capacità di ritenzione idrica dei suoli.

Si tratta dunque di una pratica che unisce radici tradizionali e visioni future, ponendosi come esempio emblematico di sapere tradizionale riattualizzato.


Conclusione

L’Hügelkultur non è un’invenzione contemporanea, ma un patrimonio di conoscenze rurali tedesco-austriache che ha attraversato i secoli, trasformandosi da risposta contadina alla scarsità in strumento centrale della permacultura.
Il suo valore non è solo tecnico, ma anche culturale: dimostra come il dialogo tra memoria e innovazione possa produrre soluzioni durature alle sfide agroecologiche.


Bibliografia essenziale

  • Bächtold-Stäubli, H. (1962). Handwörterbuch des deutschen Aberglaubens. Berlin: De Gruyter.

  • Boddy, L., & Watkinson, S. C. (1995). “Wood decomposition, higher fungi, and their role in nutrient redistribution.” Canadian Journal of Botany, 73(S1), 1377–1383.

  • Holmgren, D. (2002). Permaculture: Principles and Pathways Beyond Sustainability. Hepburn: Holmgren Design Services.

  • Holzer, S. (2011). Sepp Holzer’s Permaculture: A Practical Guide to Small-Scale, Integrative Farming and Gardening. White River Junction: Chelsea Green.

  • Kämpf, N. (1993). “Dynamics of organic matter in soils of temperate forests.” Geoderma, 59(1–4), 25–40.

  • König, F. (1957). Bäuerliches Leben im alten Bayern. München: Süddeutscher Verlag.

  • Mollison, B. (1988). Permaculture: A Designer’s Manual. Tyalgum: Tagari.

  • Schwiening, R. (1935). Alpenländische Volkskunde: Landwirtschaft und Brauchtum. Wien: Österreichischer Bundesverlag.

Progetto: Hügelkultur Mediterranea a Torre di Mosto

1. Contesto pedoclimatico

  • Clima: estati calde e siccitose (luglio-agosto), piogge, per lo meno un tempo, concentrate in autunno e primavera, rischio alluvioni episodiche.

  • Suolo: limoso → fertile ma con problemi di compattazione e drenaggio lento.

  • Obiettivi:

    • Migliorare la ritenzione idrica estiva.

    • Aumentare la sostanza organica stabile.

    • Creare diversità colturale (annuali + perenni).


2. Progetto del letto di Hügelkultur

Dimensioni consigliate

  • Altezza: 0,8 m – 1,2 m (moderata → evita eccessiva secchezza sulla sommità in estate).

  • Larghezza: 1 m – 2 m alla base, 0,50 m – 1 m alla sommità.

  • Lunghezza: moduli di 6 m – 12 m, orientati nord – sud anche se l’orientamento est–ovest massimizzerebbe la diversità di illuminazione solare. Il lato ovest rimane comunque più caldo e secco del lato est durante l’estate e durante l’inverno.

  • Inclinazione fianchi: 30–35° → evita erosione superficiale.

  • Numero cumuli: 5.

Strati

Qui si possono scegliere diverse strade:

  1. utilizzare solo trochi,
  2. utilizzare tronchi, ramaglie e residui di potature,
  3. utilizzare tronchi, ramaglie, residui di potature e biomasse verdi.
A ciascuna di queste 3 strade dello strato intermedio va associato un inoculo. 
Esso può essere 
  1. un campione di terreno preso da un bosco aziendale o locale, 
  2. qualche palata di letame maturo, o 
  3. uno strato leggero di compost prodotto in azienda secondo i metodi suggeriti da Elaine Ingham o da David Johnson (compost Johnson-Su). 
  1. Trincea drenante (20–30 cm) → evita ristagni nel suolo limoso.

  2. Strati inferiori: tronchi di olmo, ontano, quercia ed altri (legno abbondante localmente, a lenta decomposizione) e terreno.

  3. Strati intermedi: ancora solo tronchi (altri potranno scegliere rami più piccoli, ramaglie, scarti di potatura, residui di mais/soia, biomassa verde) più inoculi (es. lettiera dei daini allevati in azienda) e terreno.

  4. Strato superiore: suolo di copertura (20 cm).

  5. Pacciamatura spessa (15 – 25 cm): paglia e foglie.


3. Scelta colturale

Lato ovest (più caldo e secco)

  • Pomodoro, melanzana, peperone (annuali).

  • Ceci o fagioli da secco (leguminose resistenti).

  • Lavanda, origano, santoreggia, rosmarino, timo, salvia (perenni, xerofile).

Centro o Sommità (secca, ventosa)

  • Carciofi, cardi, finocchio selvatico, Atremisia abrotanum.

Lato est (più fresco e umido)

  • Lattuga estiva, bietola, spinacio novembrino.

  • Piselli.

  • Fragola di sottobosco, mente.

  • Brassicacee tardive (cavolo nero, cavolo verza).

Bordi altezza suolo

  • Calendula, nasturzio, tagete → attrattivi per impollinatori, repellenti per nematodi e afidi.


4. Gestione e manutenzione

  • Irrigazione:

    • Solo nei primi due anni (forse).

    • Dal 3° anno → nessuna irrigazione, grazie alla capacità spugna dei tronchi.

  • Pacciamatura annuale con trinciato di cover crops o sfalcio di medica e paglia.

  • Aggiunta di compost leggero ogni primavera, soprattutto nei primi 2 anni.

  • Controllo fauna: rischio arvicole/ricci → usare predatori naturali (cassette nido per rapaci notturni).


5. Vantaggi specifici

  • Aumento sostanza organica: legno e biomassa si trasformano in parte in humus stabile (in partenza avremo un volume con 50% terreno inoculato e 50% tronchi).

  • Resilienza climatica: obiettivo zero irrigazione.

  • Biodiversità colturale: nicchie multiple in un solo letto.

  • Riduzione lavorazioni: non richiede lavorazioni del terreno → si integrano gli asporti e le morti con semina diretta o trapianto di piantine.

  • Uso di risorse locali: legno, letame compostato, cover crops, paglia, oltre al terreno.


6. Varianti

  • Mini-Hügelkultur: per orti familiari, altezza 60–80 cm, con più aromatiche.

  • Maxi-Hügelkultur agroforestale: altezza 1,5–2 m, piantumazione di arbusti produttivi (ribes e rovo,) sui fianchi.